Almaty, la città delle mele

Cè una persona alla quale devo dire grazie, senza la quale non mi sarei mai incuriosita al Kazakistan, quella persona è Pasquale Caprino. Vi starete chiedendo: chi è Pasquale Caprino in arte Son Pascal? Alcuni di voi se lo ricorderanno per la sua partecipazione a Pechino Express, ma nella terra delle sconfinate steppe e dell'oro nero è riuscito ad imporsi nello show business e a farsi un nome.
Grazie ad una sua intervista rilasciata a Licia Colò e al suo programma “Pascalistan” decisi che il Kazakistan faceva al caso mio.
Mi trovavo in un ostello a Kotor (Montenegro), quando trovai un'offerta alla quale non seppi dire di no: biglietto andata e ritorno da Milano ad Almaty per soli 250 euro con Ukraine Airlines.
Atterrai in una notte uggiosa di metà aprile all'aeroporto di Almaty, sbrigai in poco tempo le formalità alla dogana (i cittadini italiani possono recarsi in Kazakistan per un mese, senza bisogno di richiedere il visto), presi il taxi ed in poco tempo giunsi al mio ostello (Sky Hostel Almaty, ottima ubicazione, personale delizioso, prezzo per sette notti con colazione in camera condivisa 62 euro).
Riuscii a dormire soltanto poche ore, perchè nella hall mi aspettava Zhazira, una ragazza kazaka che avevo conosciuto tramite una pagina Facebook. Zhazira sarebbe stata la mia guida per tutta la giornata e aveva in serbo una sorpresa per me: una cena kazaka presso la sua famiglia. Mi prepararono un copioso banchetto dove troneggiava il piatto kazako per eccellenza il Beshbarmak (letteralmete vuol dire “a cinque dita”, specialità a base di carne di cavallo).


Zhazira lavora presso l'University of International Business di Almaty come segretaria, il suo intento era quello di mostrarmi l'aspetto spirituale del popolo kazako. Malgrado il Kazakistan sia un paese a maggioranza musulmana, ben pochi sono coloro che seguono rigorosamente la dottrina dettata dall'Islam. Il suo improvvisato tour prevedeva due tappe fondamentali: la Moschea centrale e la Cattedrale dell'Ascensione. La Moschea Centrale si rivelò una piacevole sorpresa, non per la sua bellezza, ma per la gentilezza dell'Imam: si rese subito disponibile, mi chiese se volevo avere delucidazioni sul misterioso mondo islamico e mi mostrò orgoglioso la sua moschea.
La prossima tappa del nostro giro per Almaty fu la Cattedrale dell'Ascensione: uno dei simboli di Almaty. La chiesa è un chiaro esempio della Chiesa russo – ortodossa. La Cattedrale dell'Ascensione non è soltanto il luogo d'incontro della comunità ortodossa, ma è la casa di tutti: non è raro vedere kazaki di fede islamica accendere candele per esprimere un desiderio o in segno di rispetto.
Vicino alla Cattedrale Zenkov si trova il parco Panfilov. Il parco venne dedicato ai ventotto soldati provenienti da Almaty che morirono durante la Seconda Guerra Mondiale.
Almaty è una città cosmopolita, che si destreggia tra moderni grattacieli e vecchie Volga che sfrecciano per le strade della città, una città apparentemente grigia ma che sprigiona la sua vitalità nei colori dei suoi bazar.
Parlando di bazar uno dei più caratteristici è il Green Bazar. Tra le numerose bancarelle è un susseguirsi di spezie, frutta candita, formaggi, tè, pomodori carnosi provienti dal vicino Uzbekistan e persino latte di cammella. Ma il prodotto principe di Almaty sono le mele, dolci e succose. Almaty significa per l'appunto “città delle mele”. I venditori mettono a lustro con mani sapienti il proprio banchetto, amano attirare l'attenzione degli stranieri e offrono sempre qualche leccornia o “stranezza” culinaria da provare.

Almaty è anche conosciuta per essere la capitale culturale e artistica del paese. Per chi volesse farsi fare un ritratto a carboncino troverà numerosi disegnatori seduti nella frequentatissima Zhybek Zoly Avenue. Zhybek Zoly Avenue è sinonimo di shopping ad Almaty: qui potete trovare numerose catene internazionali come Zara, Gap e Accesorize (i prezzi sono decisamente più alti rispetto in Italia).




Coloro che desiderassero avere una panoramica completa della città, il posto giusto è senza dubbio Kok Tobe. Questa collinetta supera i mille metri d'altezza, da lassù si gode di una bellissima vista su tutta la città. Su questa piccola montagna sono presenti diverse attività: ristoranti, chioschetti, un parco divertimenti, una ruota panoramica e persino la torre della televisione la cui altezza supera i trecento metri.



Molte sono le attività che si possono svolgere ad Almaty: assistere ad uno spettacolo di opera lirica presso il teatro Abai oppure concedersi una sauna russa presso il complesso di Arasan. Assistere a uno spettacolo di opera lirica in Kazakistan è un'esperienza unica: i biglietti sono molto economici (partono da circa due euro, 600 tenge), ma è curioso osservare gli spettatori tutti ben vestiti per l'occasione e di tutte le età. L'opera lirica è un affare serio in Kazakistan.

Il Kazakistan resta per noi Occidentali un paese a buon mercato. È possibile mangiare degli ottimi spiedini di montone e di pollo (shashlik) per pochissime tenge.
La cucina kazaka è costituita da piatti semplici e a base di carne, assolutamente da provare è il plov (riso con carne piatto originario dell'Uzbekistan, ma diffuso in tutta l'Asia Centrale). Per chi volesse provare la cucina kazaka il posto giusto ad Almaty è Tyubeteika. Un altro indirizzo che suggerisco, per gli amanti della cucina georgiana, è Daredzhani.
Muoversi ad Almaty è abbastanza semplice: vi è una linea della metro (collega le zone più centrali e turistiche della città), altrimenti molto utilizzati sono i taxi abusivi (si ferma una macchina e per trecento tenge, circa un euro, ti portano da qualsiasi parte nel centro città; mentre con cinquecento tenge si va in periferia).
Per me il Kazakistan è stata una piacevolissima sorpresa, uno dei posti che più ho amato in questo 2017 ricco di viaggi. Offre al visitatore svariati spettacoli della natura: splendidi laghi alpini, montagne rocciose, sterminate steppe, aridi deserti e un meraviglioso canyon. Ciò che più mi ha colpito sono state le persone: curiose verso lo straniero, senza mai essere invadenti. Un popolo fiero di mostrare le proprie tradizioni, ma che sa accogliere l'ospite a braccia aperte.
Ci tengo a precisare che non è una meta per tutti. Data la vastità del Paese, non è così semplice muoversi da una parte all'altra del paese, bisogna sapersi adattare ed arrangiarsi.
Il turismo non rappresenta la più alta fonte di guadagno per il Kazakistan, anche se si stanno facendo piano piano dei passi avanti.
Il Kazakistan è una terra ostile: gli inverni sono lunghi e gelidi (si possono raggiungere i meno quaranta gradi), le estati sono caratterizzate da temperature che giungono fino a sfiorare i quaranta gradi. Il freddo non è stato in grado di congelare il cuore dei kazaki: un popolo cordiale e aperto verso il prossimo.




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